lunedì 12 marzo 2012





CONSIDERAZIONI SULLA MEDIANITA'
La medianità, in un certo grado, è un dono di tutti gli esseri umani. La profondità e l’intensità di questo talento variano a seconda del livello di consapevolezza, o meglio, di sensibilità individuale. Più propriamente, la medianità è una questione di risonanza, di sintonizzazione, cui a livello consapevole si aggiunge anche la capacità di apertura.
E’ l’arte squisita di comunicare, di interagire, che si manifesta al livello del cuore, e che va a toccare ed a risvegliare innanzitutto la capacità di contatto con noi stessi, con il nostro centro, con parti di noi, poi con coloro che ci stanno attorno e ci sono cari, e poi con ogni essere umano e con coloro che ci sono vicini, ma appartengono al mondo invisibile, ad una diversa frequenza percettiva.
Vi sono quindi diversi gradi di medianità, in quanto capacità di contatto con frequenze diverse da quelle del nostro mondo visibile.
Chi desidera sviluppare questo dono dovrebbe esercitarsi in serenità, facendolo crescere dolcemente, lasciando da parte per quanto possibile paura ed ansia. Se ciascuno di noi apprendesse l’arte del contattare le sue Guide innanzitutto, e poi ogni essere invisibile che sia in grado di aiutare la sua evoluzione e l’evoluzione dell’umanità intera, quale ricchezza e quale slancio di crescita conoscerebbe il nostro mondo! La nostra evoluzione e la nostra coscienza collettiva potrebbero fare un salto incredibile... Certo, dato che questo genere di comunicazione è per noi ancora così fuori dell’ordinario e così sottile, e dato che non è facile distinguere e valutare obiettivamente il valore e la provenienza dei messaggi che si ricevono, anche questa strada non è priva di pericoli.
Uno di questi pericoli è la possibilità che le persone più deboli, fragili e meno preparate, o con una personalità non equilibrata, possano essere fuorviate da esseri disincarnati appartenenti ai cosiddetti “regni inferiori”, o soggiacere alle illusioni delle parti squilibrate della propria personalità, scambiando le visioni distorte di quest’ultima , o i suoi deliri, per autentici messaggi del mondo dello spirito...
E’ anche per tutelarci da questo pericolo che coloro che sfortunatamente oggi detengono il potere spirituale hanno messo al bando l’arte della comunicazione con l’invisibile, monopolizzandola totalmente, ed espropriando di conseguenza il resto dell’umanità di questo suo sacro e legittimo diritto. Per tutelarci dal pericolo di cadere, ci hanno dunque impedito di camminare, tagliandoci le gambe e facendo di gran parte di noi degli storpi. Privandoci di questo nostro sacro potere, siamo stati privati del diritto di rischiare, e quindi alla fine, di vivere. Gran parte della nostra vista ci è stata tolta, così come ci è stato precluso con divieti e demonizzazioni, la possibilità di accedere alle nostre facoltà di comunicazione in modo sano ed equilibrato, e per paura che nell’atto di spiccare il volo verso il nostro essere divino potessimo precipitare, la nostra casta sacerdotale attuale ha preferito fare di noi delle larve, delle creature semincoscienti, alle quali è proibito disporre di se stesse e del proprio destino...
Le persone deboli e fragili dovrebbero invece essere protette e guidate amorevolmente su questa strada da coloro che sono più esperte in questo campo, e che hanno sviluppato un contatto più profondo con gli Esseri Spirituali. Guidate, ma non coartate, protette ma non costrette alla paura, e forzate sulla strada della rinuncia, dell’ignoranza e della sofferenza... Perché in realtà spesso le persone più vulnerabili sono anche quelle dotate di un maggior potenziale di apertura, e dovrebbero innanzitutto poter educare la loro sensibilità nella centratura, nella sintonizzazione sull’Amore che le circonda; abituarsi a riconoscere la loro bellezza ed il valore autentico dei loro talenti, prima di poter gradualmente intraprendere a loro volta questo cammino.
Così, un certo grado di medianità di base, elementare, per così dire, dovrebbe essere accessibile a tutti, non diversamente dal potere di cura e di guarigione, non fosse altro che per l’uso personale di autoguarigione ed autoconoscenza, e magari per essere in grado di prestare i primi soccorsi ai propri cari in caso di necessità.
Non vi è dubbio che tutto questo rimane un’utopia fintanto che la religione ufficiale da un lato e la scienza ufficiale dall’altro continuano ad espropriarci della nostra capacità di conoscenza diretta della realtà, incanalando il nostro pensiero in due canali paralleli ed estranei tra di loro, ed apparentemente inconciliabili, ma ugualmente diffidenti o apertamente ostili a questo genere di esperienze. Ed uno dei risultati più tristemente evidenti dell’influenza di questi due poteri sulle forme pensiero collettive che creano la nostra realtà di consenso è la visione schizofrenica che la maggior parte di noi ha del mondo...



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